Come riferito da Dalmazio Zolesi – senior partner di Helvia Partners a Lugano (Svizzera) – molti fondi di private equity dei paesi emergenti (Cina ed India, ma non solo) stanno ricercando in acquisto aziende europee e italiane dove sia possibile sostituire l’attuale fornitore di materie prime con un analogo fornitore del loro paese d’origine. Usualmente la ricerca del target, la conduzione delle trattative e la finalizzazione della transazione viene condotta dal fondo di private equity asiatico per conto di un gruppo industriale committente del proprio paese, che spesso è un colosso quotato in Borsa, che non possiede le competenze manageriali e cross-culturali per muoversi nel complicato mondo M&A dei paesi occidentali. A titolo indicativo, nella sola Cina vi sono oltre 3.000 gruppi quotati, di cui oltre i due terzi operano nel settore manifatturiero.
Ma il ruolo dei fondi di private equity asiatici non si esaurisce qui! Ad investimento avvenuto, da un lato ristrutturano l’azienda target per spingere il flusso di reddito e di cassa (spesso sostituendo il CEO, CFO ed il Capo degli Acquisti) e dall’altro ne accelerano il processo di internazionalizzazione, esportandone i suoi prodotti in Asia Pacific per poi spesso trasferirne le tecnologie e crearne un “clone” nella patria d’origine. Decorsi i 3 anni dall’acquisto, il Fondo se ne esce definitivamente dal capitale di rischio (realizzando una pingue plusvalenza) e dalla gestione operativa della azienda target (dove ha percepito prebende e bonus), la quale viene integralmente assorbita, diretta e controllata dal gruppo industriale asiatico committente, suo partner d’investimento.
Un sistema d’acquisizione legale, lungimirante e lucroso che consente agli investitori asiatici di inserirsi e talvolta smontare e trasferire oltremare le filiere tecnologiche dell’Occidente. Investitori capaci, esperti in stratagemmi (tratti dalle tecniche di predazione animale), che pensano ed agiscono con la logica taoistica del sistema circolare, sulla base di piani che si estendono su orizzonti temporali di 10/20 anni. Mosse strategiche avvedute che approfittano dell’isolazionismo e vulnerabilità delle PMI occidentali, specie di quelle realtà che dirette da regie attempate, autoreferenziali ed estemporanee, non adeguatamente supportate dalle banche e dal mercato dei capitali, prigioniere di pay-back period di pochi anni ed oppresse da burocrazie ingessate e da regimi fiscali asfissianti. Gira la ruota della vita … e gira la fortuna degli umani!